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I reclusi sui tetti dell'area bianca del Cie di Torino, Foto di Macerie |
Il giorno dopo la rivolta al centro di identificazione e espulsione di Torino, i reclusi indicono lo sciopero della fame. Questa sera nell'area bianca e nell'area blu i detenuti hanno rifiutato la cena e alcuni di loro sono saliti sui tetti dell'area bianca per protesta, mostrando delle magliette bianche con su scritto a pennarello: "Libertà per tutti", mentre fuori dal Cie, in corso Brunelleschi, un gruppo di solidali faceva una battitura sui lampioni della strada. La protesta arriva all'indomani della sommossa che per tutta la notte ha messo a ferro e fuoco il Cie di Torino. Tutto è cominciato intorno all'una di notte, dopo che due tunisini dell'area bianca giacevano a terra feriti, uno dopo aver tentato di impiccarsi e l'altro dopo essersi tagliato. Nonostante le forti proteste dei compagni di cella, le ambulanze tardavano ad arrivare con i soccorsi. E alla fine la gabbia si è riempita di polizia e militari in tenuta antisommossa, mentre in alcune sezioni del centro venivano dati alle fiamme per protesta dei materassi. Secondo tre testimoni oculari con cui abbiamo parlato, la polizia sarebbe entrata nell'area bianca utilizzando oltre ai manganelli anche cani antidroga e spray urticanti. Nel confronto alcuni reclusi sarebbero stati picchiati e i due che si sentivano male portati in isolamento nell'ospedaletto del Cie. Tutto questo mentre dall'area blu un gruppetto tentava, non riuscendoci, di darsi alla fuga approfittando del caos. Durante la sommossa sarebbero stati danneggiati finestre, tubi e arredi della mensa dell'area bianca. I due feriti, nel pomeriggio di oggi sono stati riportati nella gabbia dell'area bianca. E hanno raccontato ai loro compagni di essere stati spogliati nudi per la perquisizione nei locali della polizia questa notte, e di essere quindi stati picchiati con i manganelli e bagnati con l'acqua. Intanto la questura di Torino - forse per distogliere l'attenzione dalla rivolta - ha diffuso la notizia del ritrovamento di piccoli quantitativi di hashish in alcune palline da tennis rinvenute all'interno del cortile. Eppure nessuno si è mai scandalizzato in questura per la somministrazione sistematica di psicofarmaci ai reclusi, senza nessun controllo medico.