14 April 2011

Pantelleria: due morte, un disperso e le accuse di un pescatore

Ancora tre morti alle porte d'Europa. Una barca proveniente dalla Libia si è arenata a Pantelleria, sugli scogli di contrada Arenella, nei pressi del paese. Presi dal panico, i passeggeri si sono lanciati in acqua, cercando di raggiungere a nuoto la riva. Nella ressa due donne sono annegate e un uomo è finito disperso. A ben vedere però, ancora una volta a rubargli la vita prima ancora del mare è stata l'omissione di soccorso. La denuncia è di un pescatore, il comandante Antonio Grimaudo, del peschereccio Cosimo Aiello, di Mazara del Vallo, che alla stampa ha dichiarato di avere dato l'allarme 15 ore prima dell'arrivo dei soccorsi. Grimaudo si chiede, e noi con lui, perché non siano state inviate con la massima urgenza due motovedette veloci per effettuare il trasbordo prima che fosse troppo tardi? Nel momento in cui i pescatori hanno dato l'allarme, il mare era ancora buono, e il peschereccio si trovava a sole 22 miglia da Pantelleria. Quelle tre vite si potevano salvare. Ma forse ancora una volta ha prevalso lo spirito securitario. L'indizio sta nel fatto che alcune ore dopo il primo sos sul posto è arrivata, insieme alla nave da guerra Minerva della marina italiana, una motovedetta tunisina. Che secondo il resoconto dei pescatori ha acceso i fari e ha invertito la rotta non appena ha visto che i passeggeri erano neri. Forse l'ordine era di ritardare i soccorsi per favorire il respingimento in Tunisia? Salvo poi scoprire che i passeggeri non erano tunisini, ma africani partiti da Tripoli, e che quindi le autorità tunisine rifiutavano di prendere a bordo? Per ora sono solo domande, ma ci auguriamo ne terrà conto la procura di Marsala, che sull'incidente ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo.Di seguito i dettagli della notizia. Intanto continuiamo a non avere notizie di due imbarcazioni partite dalla Libia a fine marzo. Una con 335 passeggeri a bordo e l'altra con 160. I passeggeri eritrei avevano dato l'allarme con una telefonata dal satellitare alla diaspora eritrea a Roma due settimane fa. Da allora però non ci sono più stati contatti. Né sono mai arrivati a destinazione. Potrebbero essere tornati in Libia sospinti dalle correnti oppure più probabilmente essere naufragati. Ovviamente ci auguriamo tutti il contrario, ma se così fosse, questa tragedia davvero mostrerebbe l'omissione di soccorso praticata sistematicamente da parte dei mezzi navali della Nato. Che pattugliando quel tratto di costa impegnati nella guerra in Libia, non potrebbero non avere visto quelle imbarcazioni.


Pantelleria, riprese le ricerche del disperso. Nessun nuovo sbarco a Lampedusa
Tratto da Repubblica

PALERMO, 14 aprile 2011 - Nessuno sbarco nella notte sull'isola di Lampedusa dove non arrivano immigrati da ventiquattro ore, anche a causa del mare agitato. A Pantelleria , intanto, sono riprese questa mattina le ricerche dell'immigrato nigeriano disperso ieri durante il naufragio del barcone con a bordo 192 persone davanti alle coste dell'isola. Il peschereggio, partito dalla Libia, si è infranto sugli scogli. Due giovani donne sono morte. Tra oggi e domani i 189 superstiti dovrebbero essere trasferiti sull'isola di Lampedusa da dove saranno poi smistati in centri d'accoglienza per i profughi.

Ma è polemica sui soccorsi. A parlare è il comandante del peschereccio che ha allertato la Guardia costiera: "Hanno agito in ritardo, li hanno fatti morire" (leggi intervista).

A Genova sono comparse nella notte scritte intimidatorie sui muri della ex scuola Marco Polo di piazza Ippolito Nievo 1 a Quarto, l'edificio è stato scelto dal Comune per ospitare un sessantina di profughi. Questo il contenuto delle scritte: "Italia agli Italiani" e "Al Rogo", oltre a diversi simboli con svastiche e croci celtiche di colore nero. Sul posto è stato effettuato un sopralluogo dalla Digos e dai carabinieri della compagnia di San Martino che hanno condotto i rilievi e scattato le foto per le indagini.

Queste scritte vanno ad aggiungersi agli striscioni trovati nella notte tra martedì e mercoledì negli edifici scelti dal Comune per il piano di accoglienza degli immigrati, e all'ordigno artigianale lanciato contro la ex scuola Casaregis di via Palazzo della Fortezza a Sampierdarena.