La notizia viene dalla diaspora eritrea ed è stata confermata dai gesuiti di Malta. Nelle acque di Tripoli sono stati rinvenuti i corpi senza vita di 68 persone. Potrebbero essere i passeggeri dell'imbarcazione che aveva lanciato un sos e che era dispersa nel Canale di Sicilia dallo scorso 25 marzo. Intanto invece si continua a non avere notizie degli oltre 300 tra eritrei e etiopi che si trovavano a bordo di una seconda imbarcazione di cui non si hanno notizie da oltre una settimana. Di seguito i dettagli della notizia.
Libia, 68 migranti morti
tratto da Tg3
ROMA, 3 aprile 2011 - Sono almeno cinque i barconi carichi di immigrati avvistati da un aereo della Guardia costiera al largo di Lampedusa. L'ultimo è stato avvistato a circa 12 miglia dall'isola e si aggiunge agli altri quattro già avvistati nel primo pomeriggio. Ma a suscitare orrore in queste ore è la notizia del ritrovamento di una settantina di cadaveri, recuperati davanti alle coste libiche, nei pressi di Tripoli. Quasi certamente si tratta di migranti vittime di un fallito tentativo di traversata verso l’Italia. La notizia che risale a giovedì scorso, viene confermata da padre Joseph Cassar, responsabile del servizio dei gesuiti per i rifugiati a Malta, che ha detto di averla appresa da alcuni profughi eritrei che si trovano ancora in Libia.
I corpi, subito sepolti senza identificazione, potrebbero appartenere a un gruppo di 68 migranti, in gran parte somali ed eritrei, partito dalle coste libiche, di cui non si avevano più notizie dal 25 marzo scorso. A dare l'allarme era stato don Mosè Zerai, presidente dell'agenzia Habesha che si occupa di rifugiati e richiedenti asilo. Il sacerdote aveva ricevuto una richiesta di aiuto lanciata attraverso un satellitare dagli immigrati in difficoltà, senza viveri e con poco carburante.
A mancare all’appello è al momento anche un altro barcone, con 335 persone a bordo, che risulta disperso da due settimane. L'agenzia Habesha e l'alto commissariato Onu per i rifugiati hanno dato l'allarme chiedendo che vengano intensificate le ricerche.
Dal molo di Cala Pisana a Lampedusa è salpata intanto la nave passeggeri ‘Excelsior’ con a bordo 1.731 tunisini. Tre le tappe: Catania, Trapani e Napoli. In serata altri mille immigrati dovrebbero lasciare l'isola a bordo di un'altra nave.
Sono riprese nel pomeriggio le fughe dal Centro di Accoglienza e Identificazione per immigrati di Manduria, in provincia di Taranto. A decine, forse a centinaia sono usciti dal campo attraverso la recinzione senza trovare ostacoli, nonostante la massiccia presenza delle forze dell'ordine. Davanti all'ingresso della tendopoli in trecento hanno inscenato un sit-in di protesta. Su uno striscione la richiesta di rispetto dei diritti umani.
Sull’emergenza immigrazione presto si terrà un vertice tra Italia e Francia. All'incontro tra i ministri degli Esteri, Interni ed Economia dei due Paesi saranno presenti anche Silvio Berlusconi e Sarkozy. Intanto domani primo round diplomatico di Berlusconi a Tunisi. Compito non semplice trovare un accordo sui rimpatri con il governo provvisorio costretto a fronteggiare instabilità interne. Il premier e il ministro Roberto Maroni cercheranno di dare attuazione a un precedente accordo che prevede aiuti economici per 100 milioni di euro. Il fallimento della missione potrebbe portare al rimpatrio forzato e allora nelle tendopoli sarebbe l’inferno.
Libia, 68 migranti morti
tratto da Tg3
ROMA, 3 aprile 2011 - Sono almeno cinque i barconi carichi di immigrati avvistati da un aereo della Guardia costiera al largo di Lampedusa. L'ultimo è stato avvistato a circa 12 miglia dall'isola e si aggiunge agli altri quattro già avvistati nel primo pomeriggio. Ma a suscitare orrore in queste ore è la notizia del ritrovamento di una settantina di cadaveri, recuperati davanti alle coste libiche, nei pressi di Tripoli. Quasi certamente si tratta di migranti vittime di un fallito tentativo di traversata verso l’Italia. La notizia che risale a giovedì scorso, viene confermata da padre Joseph Cassar, responsabile del servizio dei gesuiti per i rifugiati a Malta, che ha detto di averla appresa da alcuni profughi eritrei che si trovano ancora in Libia.
I corpi, subito sepolti senza identificazione, potrebbero appartenere a un gruppo di 68 migranti, in gran parte somali ed eritrei, partito dalle coste libiche, di cui non si avevano più notizie dal 25 marzo scorso. A dare l'allarme era stato don Mosè Zerai, presidente dell'agenzia Habesha che si occupa di rifugiati e richiedenti asilo. Il sacerdote aveva ricevuto una richiesta di aiuto lanciata attraverso un satellitare dagli immigrati in difficoltà, senza viveri e con poco carburante.
A mancare all’appello è al momento anche un altro barcone, con 335 persone a bordo, che risulta disperso da due settimane. L'agenzia Habesha e l'alto commissariato Onu per i rifugiati hanno dato l'allarme chiedendo che vengano intensificate le ricerche.
Dal molo di Cala Pisana a Lampedusa è salpata intanto la nave passeggeri ‘Excelsior’ con a bordo 1.731 tunisini. Tre le tappe: Catania, Trapani e Napoli. In serata altri mille immigrati dovrebbero lasciare l'isola a bordo di un'altra nave.
Sono riprese nel pomeriggio le fughe dal Centro di Accoglienza e Identificazione per immigrati di Manduria, in provincia di Taranto. A decine, forse a centinaia sono usciti dal campo attraverso la recinzione senza trovare ostacoli, nonostante la massiccia presenza delle forze dell'ordine. Davanti all'ingresso della tendopoli in trecento hanno inscenato un sit-in di protesta. Su uno striscione la richiesta di rispetto dei diritti umani.
Sull’emergenza immigrazione presto si terrà un vertice tra Italia e Francia. All'incontro tra i ministri degli Esteri, Interni ed Economia dei due Paesi saranno presenti anche Silvio Berlusconi e Sarkozy. Intanto domani primo round diplomatico di Berlusconi a Tunisi. Compito non semplice trovare un accordo sui rimpatri con il governo provvisorio costretto a fronteggiare instabilità interne. Il premier e il ministro Roberto Maroni cercheranno di dare attuazione a un precedente accordo che prevede aiuti economici per 100 milioni di euro. Il fallimento della missione potrebbe portare al rimpatrio forzato e allora nelle tendopoli sarebbe l’inferno.