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Secondo la cronaca del Times of Malta, confermata dalla portavoce dell'Unhcr Laura Boldrini, la motovedetta libica é arrivata fino a 60 miglia da Lampedusa, in acque internazionali (nella zona Search and Rescue di competenza maltese), per riprendersi i rifugiati. Tutto questo é avvenuto nella giornata di domenica. Ma le autorità italiane erano al corrente della presenza del gommone da almeno 24 ore.
L'agenzia stampa ANSA scriveva sabato 21 novembre: "Sta navigando lentamente verso Lampedusa, a una velocità di due nodi all'ora, l'imbarcazione con una ottantina di migranti a bordo che ha lanciato l'Sos, attraverso un telefono satellitare, con una serie di chiamate a Milano, Genova e La Valletta". Non solo. Un aereo militare Atlantic in ricognizione nel Canale di Sicilia, aveva individuato il gommone a 60 miglia a sud di Lampedusa. A quel punto le autorità libiche sono state avvisate e inviate sul luogo per recuperare i naufraghi, di cui fra l'altro si conosceva già la nazionalità. L'ANSA infatti scriveva sabato 21: "Gli immigrati hanno dichiarato telefonicamente di essere somali ed eritrei, dunque nelle condizioni di potere avanzare richiesta d'asilo".
A pesare sulla decisione del Ministero dell'Interno potrebbe essere stato lo sbarco, il giorno prima, a Pozzallo di 200 eritrei salvati in alto mare dalla Guardia costiera e dalla Guardia di Finanza.
A confermare il coinvolgimento delle Capitanerie di porto italiane nell'operazione di respingimento é l'articolo del Times of Malta, che riporta: "The Italian rescue authorities of Messina and Palermo coordinated the operation with the Libyan authorities, and maintained contact with the Armed Forces of Malta's Rescue Co-ordination Centre" (Le autorità di soccorso di Messina e Palermo hanno coordinato l'operazione con le autorità libiche, e mantenuto il contatto con il Centro di coordinamento del soccorso delle forze armate maltesi)