TORINO – Quanto costa allo Stato italiano il mantenimento della macchina dei rimpatri forzati? La risposta arriva da Torino, dove la Prefettura ha pagato 1.680.000 euro nel 2008 soltanto per le spese di gestione del centro di identificazione e espulsione (Cie) in appalto alla Croce rossa. Il tutto per rimaptriare circa 650 dei 1.095 emigrati detenuti nel Cie lo scorso anno. E questa è solo una parte delle spese. Negli ultimi anni infatti, il Ministero dell'Interno ha investito molte risorse per rinnovare e ampliare il Cie di Torino, che dal 2010 raddoppierà la sua capienza, da 90 a 180 posti. A raddoppiare però sarà anche il giro d'affari per l'ente gestore.
Con l'attuale convenzione, firmata dalla Prefettura di Torino dopo gara pubblica, l'ente gestore Croce rossa italiana incassa 72 euro al giorno per ogni trattenuto. I conti sono presto fatti. Secondo dati della Croce rossa, nel 2008 sono transitate dal Cie 1.095 persone per una permanenza media di 21 giorni a testa. Fanno 1.680.000 euro. In linea con gli oltre 15 milioni di euro incassati dalla Croce rossa di Torino dall'apertura del Cie nel 1999 a oggi. Dieci anni di gestione in cui 15.914 persone sono state trattenute in quella struttura (in maggioranza marocchini, rumeni, nigeriani, albanesi e tunisini).
Ma per i rimpatri quanto paga lo Stato? In tutto il 2008 dal Cie di Torino sono stati effettivamente rimpatriate circa 650 persone, secondo dati della Questura. Dividendo i costi di gestione del Cie per il numero di espulsioni effettive, fanno 2.600 euro a espulsione. A cui però vanno aggiunte le spese dell'udienza di convalida del trattenimento, dell'avvocato d'ufficio, del biglietto aereo di ritorno, e della scorta della polizia a bordo dell'aereo. E nel 2009 i costi sono in aumento. Dall'inizio dell'anno al 20 ottobre, le persone trattenute nel Cie sono state 771, con un tempo medio di permanenza di 27 giorni. Ma i rimpatri effettivi sono stati soltanto 290. Fanno 5.100 euro a persona. Quasi il doppio del 2008.