
I cinque superstiti, tra cui una donna e due minorenni, hanno raccontato in lacrime di avere incrociato dieci pescherecci nelle tre settimane trascorse in mare. Gli amici, i parenti, le mogli, i fratelli morivano uno dopo l'altro. Ogni giorno. Ma i pescherecci non si fermavano. Né si vedevano navi militari all'orizzonte. Di pescherecci se ne è fermato solo uno. Cinque giorni fa. Ha dato loro qualche bottiglia d'acqua e se ne è andato. Perché non ha chiamato i soccorsi? E se lo ha fatto perché i soccorsi non sono arrivati? Cercheremo di capirci qualcosa nei prossimi giorni, intanto ecco un po' di rassegna stampa su questa tragedia che, lo ripetiamo in modo chiaro, si poteva e si doveva evitare.
Ecco la copia della mail, e una rassegna stampa delle notizie su questa tragedia
5 ERITREI A LAMPEDUSA, 73 MIGRANTI SONO MORTI
(AGRIGENTO), 20 AGO 2009 - I cinque eritrei, tutti in precarie condizioni di salute, vengono sottoposti in questo momento a controlli medici; due di loro, un uomo e una donna, verserebbero in gravi condizioni. Gli operatori umanitari, che li hanno attesi sul molo del porto di Lampedusa, hanno detto che i loro corpi «sono ridotti a scheletri». Alle persone che li assistevano, gli immigrati hanno raccontato di essere partiti una ventina di giorni fa dalla Libia in ottanta. Durante la traversata 73 di loro sarebbero morti di stenti e i loro corpi abbandonati in mare. Queste testimonianze vengono valutate con prudenza dal comando aeronavale della Guardia di Finanza, che ha coordinato le operazioni di soccorso e che sta cercando riscontri al racconto dei superstiti.(ANSA).
GOMMONE ERITREI SEGNALATO DA MALTA SOLO OGGI
PALERMO, 20 AGO 2009 - Il gommone con cinque eritrei a bordo, soccorso questa mattina a largo di Lampedusa da una motovedetta della Guardia di Finanza, è stato segnalato solo all'alba di oggi dalle autorità maltesi a quelle italiane impegnate nella missione Frontex, il pattugliamento congiunto del Mediterraneo. L'allarme è stato raccolto dalla centrale operativa di Messina del Gam, il Gruppo aeronavale della Guardia di Finanza, che ha subito allertato le motovedette di stanza a Lampedusa. L'imbarcazione è stata segnalata da Malta quando si trovava a circa 19 miglia dall'isola, al confine con le acque di competenza italiana per quanto riguarda le operazioni Sar (ricerca e soccorso in mare ndr). Le motovedette hanno poi intercettato il gommone a circa 12 miglia a Sud di Lampedusa, al limite delle acque territoriali. Le autorità della Valletta non hanno invece specificato da quanto tempo il gommone, alla deriva da diversi giorni per mancanza di carburante, venisse «monitorato». I cinque eritrei hanno riferito che nel corso della traversata, durata oltre venti giorni, 75 compagni di viaggio sarebbero morti di stenti.(ANSA).
STRAGE ERITREI; UNHCR, COME 'VUOTI A PERDERE'
PALERMO, 20 AGO 2009 - «Dalle prime testimonianze dei cinque sopravvissuti soccorsi a Lampedusa, sembrerebbe che si tratti di una tragedia del mare che ha coinvolto 80 persone - la maggior parte eritrei - a bordo di un gommone partito dalla Libia a fine luglio». Lo afferma in una nota Laura Boldrini, portavoce in Italia dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati. «È allarmante - osserva l'esponente dell'Unhcr - che per oltre 20 giorni queste persone abbiano vagato nel Mediterraneo senza che nessuna imbarcazione le abbia soccorse. Un triste primato che preoccupa enormemente. Come se stesse prevalendo la paura di aiutare sul dovere di soccorrere chi è in difficoltà in mare. Come se fosse passato il messaggio che chi arriva via mare sia una sorta di 'vuoto a perderè». Boldrini ricorda che gli eritrei che arrivano in Italia via mare «sono richiedenti asilo, persone in pericolo che cercano protezione a e a cui l'Italia riconosce questo bisogno e questo diritto». L'Unhcr, che nel 2007 ha indetto il premio Per mare, proprio per incoraggiare il soccorso, «rivolge un appello a chi opera nel Mediterraneo affinchè prevalgano - conclude Boldrini - la legge del mare e il rispetto della vita umana come è stato fatto con generosità e dedizione in questi anni». (ANSA)
MALTA HA RECUPERATO 4 CADAVERI IN MARE
ROMA, 20 AGO 2009 - Le autorità maltesi hanno comunicato di avere avvistato negli ultimi giorni sette cadaveri in mare, che potrebbero appartenere al gruppo di migranti che erano sul gommone con i cinque eritrei soccorsi oggi al largo di Lampedusa. Il portavoce della Forze Armate, il maggiore Ivan Consiglio, ha puntualizzato che nessun corpo è stato recuperato perchè gli avvistamenti - operati da un elicottero tedesco e da un aereo lussemburghese impegnati nell'operazione Frontex - sono avvenuti in acque libiche. Quattro cadaveri sono stati avvistati martedì scorso, altri tre questa sera. (ANSA)
ERITREI: SUPERSTITE, IGNORATI DA 10 IMBARCAZIONI
LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 20 AGO 2009 - «Siamo partiti il 28 luglio da Tripoli. Eravamo in 78 per lo più eritrei e solo in minima parte etiopi. Dopo una settimana sono terminati cibo, acqua e benzina, i cellulari erano scarichi. Il gommone è andato alla deriva, spinto dal vento e dalle correnti. Le persone che morivano venivano gettate in mare». È la drammatica testimonianza di uno dei cinque superstiti, raccolta da uno dei mediatori culturali dell'organizzazione «Save the children» che opera a Lampedusa. Oltre a una giovane donna, dice l'organizzazione, tra i sopravvissuti vi sono anche due minorenni. Tutti sono eritrei. «Durante la traversata - prosegue il racconto - abbiamo incrociato almeno dieci imbarcazioni, alle quali abbiamo chiesto inutilmente aiuto. Solo nei giorni scorsi un pescatore ci ha offerto acqua e cibo». Carlotta Bellini, Responsabile Protezione di Save the Children Italia, definisce «inaccettabile l'indifferenza crescente nei confronti dei migranti». «È fondamentale - aggiunge - che principi quale quello del soccorso a migranti che rischiano la vita, in mare, tornino ad essere rispettati. È altrettanto importante che l'Italia e l'Unione Europea adottino delle adeguate ed efficaci politiche di gestione dei flussi migratori misti, ossia composti da persone con bisogni di protezione differenti. Solo con queste politiche - conclude Bellini - è possibile prevenire queste tragedie». (ANSAmed).