TRIPOLI, 10 febbraio 2009 – Hanno arrestato Jumaa Attiga. L’avvocato libico che avevamo intervistato durante il mio viaggio in Libia nel novembre scorso e di cui avevo pubblicato alcune dichiarazioni nell’ultimo reportage sulla Libia. Fortress Europe esprime profonda preoccupazioni per le sorti di una delle personalità più attive della società civile libica, da anni impegnato in una campagna contro la tortura nelle carceri di Gheddafi e per la promozione dei diritti umani. Chiediamo a Amnesty International di seguire il caso.
Attiga lasciò la Libia alla fine degli anni Settanta, durante la persecuzione degli oppositori del regime. Quando il colonnello Gheddafi invitò gli esuli a rientrare in patria senza temere arresti, Attiga fu uno dei primi a farlo. Era il 1988. Tre anni dopo, nel 1991, finì in carcere con l’accusa di aver partecipato all’uccisione dell’ambasciatore libico a Roma nel 1984. Dopo pochi mesi tuttavia, il tribunale lo assolse da ogni accusa. Ciononostante Attiga rimase sette anni in carcere, fin quando Gheddafi non decise di rimetterlo in libertà. Fu allora che Attiga venne chiamato dal figlio di Gheddafi, Saif el Islam, a presiedere la Organizzazione dei diritti umani della Fondazione Gheddafi. Iniziarono così otto anni di campagne per la liberazione dei prigionieri politici e per la libertà di espressione. Otto anni in cui Attiga non ha esitato a comparire in televisione e in eventi pubblici parlando della situazione dei diritti umani in Libia. Fino all’arresto. Il secondo. Lo scorso 31 gennaio 2009. Con la stessa accusa. L’omicidio dell’ambasciatore libico a Roma. Un caso che si riapre a 25 anni di distanza dai fatti e a 18 anni dalla sentenza che lo aveva dichiarato innocente. Un caso che inizia nel peggiore dei modi. Su Attiga infatti pende un ordine di custodia cautelare di 45 giorni, quando il limite massimo ammesso dal codice libico è di sei giorni!
Attiga ha scritto anche recentemente molti articoli critici sulla situazione dei diritti umani in Libia. Il suo arresto è una lotta tra la Libia di ieri e quella di domani. Tra la vecchia guardia della rivoluzione e le nuove forze per il cambiamento democratico. Lo stesso figlio di Gheddafi, Saif al Islam sull’arresto di Attiga ha dichiarato: "È incredibile, è ridicolo, è inaccettabile". Insomma un modo per mettere a tacere una delle voci libere della Libia di oggi.
Attiga ha 60 anni e soffre di diabete. La sua salute potrebbe essere messa a dura prova da questa detenzione, anche se le autorità hanno assicurato che è in buone condizione e che al momento non è stato torturato.
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