10 August 2009

Campeggio antirazzista in Grecia, a Lesvos, dal 25 al 31 agosto


Per la repressione non c’è posto sulle nostre barche…

Per migliaia di rifugiati e di emigrati, Lesvos rappresenta una delle principali porte di ingresso in Europa. Stipati sui gommoni, provano a passare la frontiera marittima tra la Turchia e la grecia. Alcuni non ci riusciranno mai. Almeno 1.100 rifugiati e emigrati hanno infatti perso la vita nel mar Egeo negli ultimi vent’anni.

I mezzi impiegati dalla guardia costiera greca per impedire l’arrivo dei rifugiati violano i loro diritti e mettono in pericolo le loro vite. Queste operazioni sono sostenute da Frontex. A Lesvos, nel luglio del 2008 è entrata in funzione la prima motovedetta inviata nel quadro della missione di Frontex. Recentemente, funzionari di Frontex hanno proceduto a delle interrogazioni dei rifugiati e degli emigrati trattenuti nella prigione di Pagani, a Lesvos.

A Pagani, situata a due km dalla capitale dell’isola, Mitilini, si trova il campo di “accoglienza” dove sono stati portati tutti i rifugiati e gli emigrati finora arrivati a Lesvos. Là sono rinchiusi per settimane, se non mesi interi. In questa prigione, i diritti delle persone sono calpestati. La struttura, che non è stata concepita per il soggiorno di persone, manca del minimo indispensabile. Non sono autorizzati a comunicare con il mondo esterno, né a informarsi sui loro diritti. Non hanno nemmeno diritto all’ora d’aria.

Una volta registrati nel sistema EURODAC, sono liberati, muniti di un ordine di espulsione con l’ordine di abbandonare il paese entro un mese. Alcuni di loro fanno richiesta d’asilo e si perdono nel labirinto delle procedure burocratiche, abbandonati alla violenza dello Stato (due immigrati sono morti nei locali dell’ufficio immigrazione di Atene nell’ultimo mese). E alla fine soltanto lo 0,6% delle domande d’asilo sono accettate.

Chi prova a continuare il viaggio verso il resto dell’Europa, la maggior parte attraverso l’Italia, si ammassa nei porti dell’ovest della Grecia, come a Patrasso. Qui, la repressione esercitata dalla polizia portuaria è tanto frequente quanto la morte nel corso del viaggio, nascosti nei camion. Chi riuscirà a continuare il viaggio, sarà più tardi respinto in Grecia, grazie al Regolamento Dublino II.

Dagli accordi di Schengen a quelli di Dublino, dal “Patto sull’immigrazione” dell’Ue alla “direttiva della vergogna”, da Frontex all’Oim, dai campi di detenzione alle espulsioni e ai respingimenti in frontiera e fino alle pressioni esercitate nelle metropoli, l’Europa dimostra di considerare il fenomeno dell’immigrazione come un problema da gestire con la repressione e il controllo delle frontiere.

Vi invitiamo a venire a Lesvos dal 25 al 31 agosto 2009, là dove il sistema di controllo delle frontiere europee è flagrante, per scambiarci le nostre esperienze nel campo, per discutere, coordinarsi e lottare insieme:
  • Contro la politica neoliberale e l’immigrazione forzata
  • Contro il regime delle frontiere, la repressione e le espulsioni
  • Contro i controlli e la criminalizzazione dell’immigrazione
  • Contro i centri di detenzione e i maltrattamenti inflitti a rifugiati e emigrati
  • Contro lo sfruttamento dei migranti
  • Abbasso le frontiere!
  • Nessuno è illegale!
  • Per centri di accoglienza aperti!
  • Gli stessi diritti per tutti!
Maggiori info: http://lesvos09.antira.info
Per segnalare l'adesione, scrivete a gabriele_delgrande@yahoo.it