I Centri di identificazione ed espulsione (Cie) esistono da 15 anni in Italia. Ma questa è la prima volta che il ministero dell'Interno autorizza una troupe cinematografica a girare all'interno delle strutture.
Anteprima nazionale il 2 dicembre 2013 a Firenze, al Festival dei Popoli, alle 21 allo Spazio Alfieri.
Il film di Alessio Genovese e Raffaella Cosentino non è soltanto un viaggio nei Cie, ma anche nel nostro immaginario. Perché, in fondo, la vera funzione dei Cie non è controllare i flussi migratori, come dimostrano le basse percentuali di rimpatri effettivi. La vera funzione dei Cie è simbolica. Sono la materializzazione della frontiera, sono il costante tentativo (fatto sulla pelle dei detenuti) di ridefinire il confine. E su quel confine costruire l'identità del nemico, e in fondo anche la nostra. Credo che gli autori del film abbiamo colto questa doppia funzione, e per questo non si sono limitati a raccontare la vita dei reclusi all'interno dei Cie, ma si sono spinti oltre, seguendo il lavoro della polizia di frontiera all'aeroporto di Fiumicino, a Roma. Personalmente sono le scene del film che più mi hanno colpito. Perché è incredibile vedere come in quelle stanze, nelle riunioni degli agenti con i loro formatori, si autoriproducano tutti i fantasmi del mai dimostrato teorema dell'invasione. Un teorema che - seppure falso - è diventato vero a forza di ripeterlo. Siamo infatti tutti più o meno convinti che dobbiamo difenderci dall'invasione. E investiamo miliardi in dispositivi di controllo delle vite degli altri: siano le interminabili pratiche burocratiche delle questure, i rilevamenti biometrici delle ambasciate, o i presidi militari alle frontiere. I Cie fanno parte dello stesso teorema. Voglio dire che non sono uno strumento per fermare l'invasione, bensì uno strumento per definire l'invasione. Ovvero per definire il nemico, e in fondo per definire noi stessi. Forse allora questo film può aiutarci a decostruire il racconto, sinceramente stantio, dell'invasione. Perché i Cie non vanno soltanto smontati fisicamente. Vanno prima di tutto smontati nella loro potenza simbolica. Un po' come si è fatto in passato per i manicomi.
Scheda del film:
EU 013 - L'ULTIMA FRONTIERA
Italia, 2013. 62min
Regia: Alessio Genovese
Soggetto e realizzazione: Raffaella Cosentino e Alessio Genovese / Fotografia: Bruno Fundarò / Presa Diretta: Andrea Colaiacomo / Montaggio: Dario Indelicato / Musiche originali: Alessandro Librio / Sound Editor: Gianluca Stazi / Grafica: Matteo Mangonara
Foto Reportage di Giulio Piscitelli
Realizzato con il supporto di Open Society Foundations
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