Tre barche in due giorni. La prima è arrivata direttamente al porto di Lampedusa, nella notte di ieri, con a bordo 54 passeggeri. Le altre due sono state soccorse oggi in alto mare. Una da un motopesca francese, che adesso aspetta ordini dalle capitanerie di porto per sapere dove sbarcare i 74 naufraghi, visto che Malta rifiuta l'approdo pur essendo avvenuto il salvataggio in acque di competenza SAR maltesi. La terza barca invece è stata soccorsa sempre oggi a circa 70 miglia da Lampedusa, dalla Guardia costiera italiana, che a bordo insieme ai 60 naufraghi ha trovato i corpi senza vita di 5 persone morte di stenti durante la traversata. Si allunga così la lista delle vittime sui confini dell'Europa. Dal 1988 almeno 18.244 persone hanno perso la vita viaggiando verso l'Europa, delle quali 2.352 soltanto nel corso del 2011. Le vittime documentate da Fortress Europe nel Canale di Sicilia dal 1996 ad oggi sono almeno 6.226. I dati si basano sulle notizie documentate dalla stampa internazionale.
Dopo gli oltre 50.000 arrivi registrati nei primi nove mesi del 2011, dovuti alla guerra in Libia e alla fine della dittatura in Tunisia, gli sbarchi a Lampedusa erano di fatto cessati da settembre 2011. La rotta tunisina ha cessato di essere battuta con i rimpatri di massa dai cie galleggianti di Palermo dopo la rivolta di Lampedusa di settembre. Mentre la rotta libica ha cessato di essere battuta da metà agosto, dopo la liberazione di Tripoli e di Zuwarah, che erano i principali punti di imbarco utilizzati dalle milizie di Gheddafi che si facevano carico di tutta la logistica della traversata. E adesso, con il ritorno del bel tempo, cosa c'è da aspettarsi?
La situazione oggi in Libia è molto diversa e non fa ipotizzare nuovi sbarchi di massa. La catena del contrabbando in parte è saltata, visto che era legata ai circuiti del regime. Tuttavia si sta riorganizzando in fretta, in risposta alla forte domanda di mobilità dei giovani del sud. Nel deserto tra Sudan e Libia ad esempio si continua a passare con relativa facilità la frontiera. Anche perché di fatto i controlli sono limitati. A Kufra i cantieri dei radar che doveva installare Selex (Finmeccanica) per controllare i confini libici, sono stati saccheggiati e messi fuori uso durante i combattimenti. E le uniche pattuglie vengono fatte in modo occasionale dai volontari armati delle brigate che hanno combattuto durante la rivoluzione.
Brigate che a Kufra nell'ultimo mese sono state impegnate in un conflitto tribale tra le milizie armate degli Zwei (la popolazione araba di Kufra) e dei Tabu (la popolazione libica nera della città), che ha causato almeno un centinaio di morti tra le due parti, prima che il consiglio nazionale transitorio inviasse una divisione del neonato esercito nazionale insieme a una delegazione della commissione nazionale per la riconciliazione.
In questo clima, a Kufra ogni settimana entrano centinaia di persone dal Sudan in Libia. La maggioranza sono lavoratori sudanesi e chadiani che si fermano in Libia. Ma con loro viaggiano anche decine di somali.Quelli che vengono fermati dai libici sono divisi in base alle nazionalità. I somali vengono rilasciati e considerati rifugiati politici, pur senza nessun tipo di riconoscimento formale.Gli altri vengono detenuti in attesa del rimpatrio, per ora effettuato sui voli dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) sulla base del rimpatrio volontario.
A imbarcarsi per Lampedusa in questo momento sono soprattutto i somali, che alle spalle si lasciano un paese devastato da vent'anni di guerra civile e dove nell'ultimo anno la situazione è molto peggiorata. Pur non rischiando il rimpatrio dalla Libia, per molti di loro l'obiettivo è traversare il Mediterraneo e continuare il proprio viaggio verso l'Europa, dove sanno che possono vedere riconosciuto il proprio diritto all'asilo politico e avere una prospettiva di vita decisamente migliore che non in Libia.
Di seguito il dettaglio della notizia di oggi a Lampedusa sulla stampa italiana.
Lampedusa, soccorso un barcone a bordo ci sono cinque morti
Repubblica, 17 marzo 2012
Ancora una tragedia dell'immigrazione. Cinque persone sono state trovate senza vita a bordo dell'imbarcazione con 60 migranti a bordo avvistata stamattina all'alba al largo di Lampedusa. Il barcone è stato raggiunto dalla Guardia costiera che ha prestato i soccorsi d'urgenza.
Secondo le prime informazioni a bordo dello scafo ci sono i corpi senza vita di cinque persone. Con il bel tempo e le condizioni favorevoli del mare è ripresa l'emergenza immigrazione nel Canale di Sicilia. Ieri erano sbarcati in 54 sull'isola di Lampedusa.
Dopo gli oltre 50.000 arrivi registrati nei primi nove mesi del 2011, dovuti alla guerra in Libia e alla fine della dittatura in Tunisia, gli sbarchi a Lampedusa erano di fatto cessati da settembre 2011. La rotta tunisina ha cessato di essere battuta con i rimpatri di massa dai cie galleggianti di Palermo dopo la rivolta di Lampedusa di settembre. Mentre la rotta libica ha cessato di essere battuta da metà agosto, dopo la liberazione di Tripoli e di Zuwarah, che erano i principali punti di imbarco utilizzati dalle milizie di Gheddafi che si facevano carico di tutta la logistica della traversata. E adesso, con il ritorno del bel tempo, cosa c'è da aspettarsi?
La situazione oggi in Libia è molto diversa e non fa ipotizzare nuovi sbarchi di massa. La catena del contrabbando in parte è saltata, visto che era legata ai circuiti del regime. Tuttavia si sta riorganizzando in fretta, in risposta alla forte domanda di mobilità dei giovani del sud. Nel deserto tra Sudan e Libia ad esempio si continua a passare con relativa facilità la frontiera. Anche perché di fatto i controlli sono limitati. A Kufra i cantieri dei radar che doveva installare Selex (Finmeccanica) per controllare i confini libici, sono stati saccheggiati e messi fuori uso durante i combattimenti. E le uniche pattuglie vengono fatte in modo occasionale dai volontari armati delle brigate che hanno combattuto durante la rivoluzione.
Brigate che a Kufra nell'ultimo mese sono state impegnate in un conflitto tribale tra le milizie armate degli Zwei (la popolazione araba di Kufra) e dei Tabu (la popolazione libica nera della città), che ha causato almeno un centinaio di morti tra le due parti, prima che il consiglio nazionale transitorio inviasse una divisione del neonato esercito nazionale insieme a una delegazione della commissione nazionale per la riconciliazione.
In questo clima, a Kufra ogni settimana entrano centinaia di persone dal Sudan in Libia. La maggioranza sono lavoratori sudanesi e chadiani che si fermano in Libia. Ma con loro viaggiano anche decine di somali.Quelli che vengono fermati dai libici sono divisi in base alle nazionalità. I somali vengono rilasciati e considerati rifugiati politici, pur senza nessun tipo di riconoscimento formale.Gli altri vengono detenuti in attesa del rimpatrio, per ora effettuato sui voli dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) sulla base del rimpatrio volontario.
A imbarcarsi per Lampedusa in questo momento sono soprattutto i somali, che alle spalle si lasciano un paese devastato da vent'anni di guerra civile e dove nell'ultimo anno la situazione è molto peggiorata. Pur non rischiando il rimpatrio dalla Libia, per molti di loro l'obiettivo è traversare il Mediterraneo e continuare il proprio viaggio verso l'Europa, dove sanno che possono vedere riconosciuto il proprio diritto all'asilo politico e avere una prospettiva di vita decisamente migliore che non in Libia.
Di seguito il dettaglio della notizia di oggi a Lampedusa sulla stampa italiana.
Lampedusa, soccorso un barcone a bordo ci sono cinque morti
Repubblica, 17 marzo 2012
Ancora una tragedia dell'immigrazione. Cinque persone sono state trovate senza vita a bordo dell'imbarcazione con 60 migranti a bordo avvistata stamattina all'alba al largo di Lampedusa. Il barcone è stato raggiunto dalla Guardia costiera che ha prestato i soccorsi d'urgenza.
Secondo le prime informazioni a bordo dello scafo ci sono i corpi senza vita di cinque persone. Con il bel tempo e le condizioni favorevoli del mare è ripresa l'emergenza immigrazione nel Canale di Sicilia. Ieri erano sbarcati in 54 sull'isola di Lampedusa.