Altra festa, altra fuga. Quattro reclusi del centro di identificazione e espulsione (Cie) di Torino sono riusciti a fuggire in seguito a una rivolta a cui hanno partecipato una ventina di reclusi dell'area blu la notte di capodanno. Si tratta della seconda evasione riuscita di dicembre, dopo la grande fuga di Natale, quando 21 persone erano riuscite a tornare in libertà. A differenza di quanto accaduto a Natale però, questa volta le forze dell'ordine di guardia al Cie erano state allertate del rischio di fuga. Secondo quanto riferisce il sito Macerie infatti, il giorno prima era stato rintracciato un seghetto durante una perquisizione nelle gabbie. Segno evidente che qualcuno aveva un piano di fuga. E infatti poco prima di mezzanotte una squadra di agenti ha fatto ingresso nell'area circostante le gabbie per dissuadere i reclusi da ogni piano di fuga. Ma una ventina di reclusi dell'area blu ha deciso di provarci lo stesso. E una volta sfondato il cancello dell'area si sono scontrati con gli agenti, sfidando lacrimogeni e manganellate per guadagnarsi un passaggio verso il cancello della vecchia entrata su corso Brunelleschi, da dove è facile scavalcare. Alla fine in cinque sono riusciti a saltare di là dal muro. Uno di loro però, un cittadino senegalese, è stato rintracciato e riportato in gabbia dopo una colluttazione con un'agente di polizia per la quale sarà presto processato. Gli altri quattro invece sono riusciti a dileguarsi. Ricordiamo che erano detenuti per scadenza del permesso di soggiorno. E che la legge italiana prevede in questi casi 18 mesi di reclusione nei Cie, salvo previa espulsione. Come dire che, se è vero che come dice la Costituzione la libertà individuale è un diritto inviolabile, il ritorno in libertà dei quattro ci pare una buona notizia.