Yesterday I was demonstrating, today I build Egypt. Con questo nuovo slogan appeso al collo, migliaia di ragazzi si sono messi al lavoro al Cairo per restituire alla città una piazza Tahrir tirata al lucido, dopo i 18 giorni di rivoluzione che hanno portato alla caduta del regime di Mubarak. Centinaia di scope hanno tolto dall'asfalto anche la polvere, le tende sono state smontate, i marciapiedi ridipinti a strisce bianche e nere, i carri armati puliti dalle dalle scritte spray dei giorni della protesta e - incredibile ma vero - migliaia di sampietrini divelti per le sassaiole contro la polizia del 25 e 28 gennaio, sono stati riposizionati uno per uno nella pavimentazione della piazza. "La libertà è responsabilità", dice uno slogan in piazza. E allora si inizia a ricostruire il nuovo Egitto. Dopo i festeggiamenti di sabato 12 febbraio, la piazza è di nuovo aperta al traffico, nonostante un gruppo di un migliaio di manifestanti che continua il presidio in attesa della revoca della legge d'emergenza che governa l'Egitto da 30 anni. Noi intanto, in attesa di sapere cosa succederà con il governo transitorio retto dai militari, che hanno appena sciolto il parlamento in attesa di nuove e libere elezioni, vi riproponiamo di seguito tutti i pezzi del racconto di questi dieci giorni al Cairo con i ragazzi di piazza Tahrir. Fateli circolare, ce ne ricorderemo a lungo. Perché al Cairo il 25 gennaio come a Tunisi il 14 gennaio, si è scritta una nuova pagina della storia. Oggi inizia una nuova era, che conta due dittature in meno sulla riva sud di questo splendido mare.