21 February 2011

Pecunia olet

Da stamattina provo a chiamare in Libia ma senza riuscirci. Devono aver spento la rete telefonica, dopo che già avevano disattivato internet due giorni fa. Le poche notizie che arrivano da Tripoli fanno semplicemente rabbrividire. Il leader della libertà, come lo chiama chi ci governa, ha ordinato l'uso dell'artiglieria pesante sui manifestanti! Hanno mitragliato le folle in piazza dagli aerei! E lanciato bombe dai carri armati! Ormai sono le più alte cariche libiche all'Onu a chiedere al mondo di fermare il massacro annunciato ieri in tv da quello che doveva essere il figlio riformista del colonnello dittatore, Saif el Islam. A questo punto una domanda sorge spontanea: chi ha venduto a Gheddafi le armi con cui oggi massacra il proprio stesso popolo? Qualche risposta viene da questo rapporto dell'Archivio Disarmo. Prendetevi la briga di leggerlo.

Secondo quanto sostiene il professor Maurizio Simoncelli, la Libia è l’undicesimo paese importatore delle armi italiane, per un valore di 112 milioni di dollari nel 2009. Si tratta soprattutto di bombe, siluri, razzi, aeromobili e apparecchiature elettroniche. Ecco un riassunto delle principali operazioni finanziarie. Chiunque vi ha partecipato si ritenga oggi responsabile del massacro che sta avvenendo oltremare. Perché non è vero che pecunia non olet.

  • La Agusta Westlands, una società del Gruppo Finmeccanica, ha venduto 10 elicotteri AW109E Power tra il 2006 e il 2009, per un valore di circa 80 milioni di euro. L’azienda, inoltre, afferma di avere venduto quasi 20 elicotteri negli ultimi anni, tra cui l’aereo monorotore AW119K per le missioni mediche di emergenza e il bimotore medio AW139 per le attività di sicurezza generale.
  • Joint-venture: la Libyan Italian Advanced Technology Company (LIATEC), posseduta al 50% dalla Libyan Company for Aviation Industry, al 25% da Finmeccanica e al 25% da Agusta Westlands. LIATEC offre servizi di manutenzione e addestramento degli equipaggi dei velivoli AW119K, AW109 e AW139, tra cui servizio di assistenza tecnica, revisioni e fornitura di pezzi diricambio.
  • Nel gennaio 2008 Alenia Aeronautica, un’altra società del Gruppo, ha firmato un accordo con la Libia per la fornitura di un ATR-42MP Surveyor, un velivolo adibito al pattugliamento marittimo. Inoltre, nel contratto, del valore di 31 milioni di euro, sono compresi l’addestramento dei piloti, degli operatori di sistema, supporto logistico e parti di ricambio.
  • Itas srl, una società di La Spezia (secondo il Servizio Studi - Dipartimento affari esteri della Camera, doc.140-21/05/2010) cura il controllo tecnico e la manutenzione dei missili Otomat, acquistati a partire degli anni Settanta dal governo di Tripoli. L’Otomat è un missile a lunga gittata antinave.
  • A seguito degli accordi contenuti nel Trattato di Bengasi, nel maggio 2009, la Guardia di Finanza ha proceduto alla consegna delle prime tre motovedette alla Marina libica per il pattugliamento nel Mar Mediterraneo, seguite nel febbraio 2010 da altre tre imbarcazioni (da una di queste sono state sparate raffiche di mitragliatrice contro un peschereccio italiano nel 2010). 
  • Finmeccanica nel 2009 ha firmato un Memorandum of Understanding per la promozione di attività di cooperazione strategica con la LIA (Libyan Investment Authority) e con la LAP (la Libya Africa Investment Portfolio). 
  • SELEX Sistemi Integrati, società del Gruppo Finmeccanica, ha firmato nell’ottobre 2009 un accordo del valore di 300 milioni di euro per la realizzazione di un grande sistema di protezione e sicurezza dei confini.
Vergogna!