riportiamo per intero il comunicato diffuso il 28 agosto 2009 dall'Acnur
All’inizio della settimana alcuni funzionari dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per I Rifugiati (UNHCR) hanno visitato il centro di accoglienza di Pagani, sull’isola greca di Lesvos, rimanendo sconcertati dalle condizioni della struttura in cui sono trattenute più di 850 persone, tra cui 200 bambini non accompagnati provenienti soprattutto dall’Afghanistan.
Il centro, che può accogliere 250-300 persone, è stato definito dal personale dell’UNHCR in condizioni “inaccettabili” e “un’offesa alla dignità umana”. In una sola stanza sono stipati più di 150 donne e 50 bambini, molti dei quali affetti da malattie dovute agli ambienti angusti e sovraffollati ed alle pessime condizioni igienico-sanitarie del centro.
Il Ministro della Salute e della Solidarietà Sociale ha rassicurato l’UNHCR, affermando che alla fine del mese tutti i minori non accompagnati presenti a Pagani saranno trasferiti in strutture di accoglienza speciali. Il Ministro ha già adottato alcune misure in tal senso.
La situazione a Pagani è indicativa delle problematiche più ampie relative all’immigrazione irregolare e al sistema di asilo greco. Lo scorso anno, l’UNHCR, con il supporto del Ministero degli Interni greco, ha raccomandato una revisione completa del sistema di asilo, comprese misure specifiche per proteggere i minori richiedenti asilo. Tuttavia, ad oggi, tali proposte non sono state implementate.
Nel 2008, la Guardia Costiera greca ha segnalato l’arrivo di 2.648 minori non accompagnati, ma si pensa che molti altri siano entrati nel paese eludendo i controlli. La Grecia non dispone di una procedura di valutazione delle varie necessità individuali e dell’interesse superiore di questi bambini. Se da un lato il Governo si è impegnato ad aumentare il numero dei posti destinati ai minori in centri aperti e specializzati, dall’altro i continui arrivi sovrastano tali sforzi, costringendo a trattenere i minori per lunghi periodi.
L’UNHCR sta partecipando ad un progetto finanziato dall’UE volto a migliorare le strutture ricettive presenti sulle isole di Samos, Kios e Lesvos e nell’area di confine di Evros.