02 September 2006

Agosto 2006

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Record di vittime e sbarchi, anche ad agosto si continua a morire lungo le frontiere. Drammatica la situazione in Mauritania e a Lampedusa: 304 morti in un mese, di cui 127 dispersi e 13 bambini. In Germania e Gran Bretagna 8 vittime dei viaggi nei tir, in Marocco morto un uomo espulso nel deserto.

Tentando di raggiungere le Canarie sono morte almeno 220 persone compresi 64 dispersi, la maggior parte al largo della Mauritania. L'ultima tragedia il 30 del mese, quando un cayucos con 150 persone a bordo, partito dal Senegal e diretto all'Arcipelago, ha fatto naufragio al largo di Nouakchott: 84 i cadaveri recuperati, almeno 50 i dispersi. L'aumento delle vittime su questa tratta corrisponde all'aumento degli arrivi sulle isole dell'arcipelago: quasi 5mila solo ad Agosto, 18.858 dall'inizio del 2006, quattro volte di più rispetto ai 4.751 dell'intero anno passato. Un aumento dovuto al giro di vite contro l'immigrazione clandestina applicato nell'ultimo anno dal governo marocchino. L'accesso a Ceuta e Melilla e alla costa meridionale della Spagna è blindato, e le partenze verso l'Eldorado fanno tappa a Dakar e Saint Louis (Senegal) e quindi a Nouakchott e Nouadhibou (Mauritania) per poi puntare alle Canarie.

Per contenere gli sbarchi, il premier spagnolo Zapatero ha promesso per il 2007 il raddoppio dei 600milioni di euro che nel 2006 Madrid ha donato alla cooperazione internazionale, con un'attenzione particolare ai Paesi africani con il maggior numero di candidati all'emigrazione. Ma il primo obiettivo della Spagna è il controllo della costa africana. Il ministro dell'interno Alfredo Pérez Rubalcaba ha appena riaperto le trattative con Dakar dopo il fallimento degli accordi di maggio, che prevedevano il rimpatrio di 623 cittadini senegalesi sbarcati alle Canarie, conclusisi in un niente di fatto dopo il primo volo, con le accuse di Dakar alla Spagna per aver ammanettato i suoi cittadini e aver detto loro che il volo era diretto a Malaga anziché in Senegal. Il nuovo accordo sottoscritto dal ministro dell'interno senegale Ousmane N Gom prevede l'invio a Dakar di un elicottero e di due navi della Guardia Civil. Si estenderà così al Senegal il sistema di cooperazione per il controllo della costa applicato dallo scorso maggio in Mauritania (1.200 i migranti bloccati fino ad oggi). E al largo delle Canarie sta partendo anche Hera, la missione dell'Agenzia europea di controllo delle frontiere straniere (Frontex), con una nave portoghese e una italiana impegnate assieme ad un elicottero spagnolo: 3,2milioni di euro per 9 settimane di pattugliamento. Ma intanto, assicura la Croce Rossa spagnola, almeno 100.000 persone in Senegal sono pronte a partire.

La situazione del Canale di Sicilia, in Italia, ad agosto è stata drammatica: 84 le vittime, tra cui 63 dispersi, nella settimana tra il 19 e il 25. Tra i morti, anche 13 bambini, di cui una bimba di 18 mesi, morta di stenti con altri tre bambini dopo che la nave su cui viaggiavano con i genitori e un gruppo di migranti aveva perso la rotta e navigato a vuoto per 5 giorni e senza scorte, per poi rientrare a Zuwarah, in Libia. Dell'accaduto si è saputo solo una settimana dopo, il 25 agosto, quando la coppia, della Sierra Leone, finalmente arrivata a Lampedusa ha raccontato tutto ai funzionari dell'Acnur (Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni unite). Sei giorni prima, il 19 agosto, una manovra della nave militare Minerva aveva provocato il ribaltamento di una nave carica di migranti dopo una collisione col natante. Tra i 40 dispersi contati alla fine delle operazioni di ricerca delle salme, anche 10 bambini.

Una tragedia che poteva essere evitata e che rievoca i fantasmi del 7 marzo 2002, quando al largo di Lampedusa un'imbarcazione si ribaltò mentre veniva trainata dal motopesca "Elide" di Mazara del Vallo. Sul posto arrivò la nave militare della Marina Cassiopea, che rifiutò il trasbordo degli immigrati soccorsi. Il comandante venne accusato di omissione di soccorso, ma l'inchiesta venne archiviata accettando la tesi secondo cui le condizioni del mare avrebbero potuto provocare una collisione tra i natanti. Anche sulla Minerva è stata aperta un'inchiesta, ma i primi accertamenti parlano di una manovra errata degli scafisti. Intanto la nave militare è tornata a pattugliare le acque del Canale.

Niente di nuovo in Italia. Alla fine degli anni novanta, lungo le coste pugliesi diverse furono le collisioni tra le navi della Guardia di finanza e i gommoni degli scafisti, e diversi i morti. L'episodio più grave il 28 marzo 1997, quando la corvetta della Marina militare Sibilla speronò e affondò la nave albanese Kater I Rades. Morirono 58 persone. Il comandante della Sibilla è stato recentemente condannato a 3 anni di reclusione. Ai familiari delle vittime lo Stato ha pagato risarcimenti da 13 a 20mila euro.

Il Governo italiano, di fronte alle tragedie di agosto, ha chiesto più collaborazione all'Europa e soprattutto alla Libia, dato che delle circa 13mila persone sbarcate a Lampedusa nei primi 8 mesi dell'anno, la quasi totalità è salpata dal porto della città di Zuwarah, vicino a Tripoli. Frontex si è impegnata a pattugliare il Mediterraneo e a rispedire in Libia le navi di migranti. Parteciperanno Malta, Italia, Grecia, Francia e Germania per un periodo di prova di 3 settimane. Ma non ci sono scadenze per l´operatività del piano, che fra l´altro la Libia non condivide.

Dal 1988 ad oggi sono 5.271 i morti lungo le frontiere europee secondo Fortress Europe. Nel Mediterraneo - e nelle acque dell'Atlantico tra la costa africana e le Canarie - hanno perso la vita 4.092 persone, tra cui 1.747 dispersi, a cui si aggiunge una stima della Guardia costiera spagnola, che nel marzo 2006 parlava di 1.200 dispersi tra la Mauritania e le isole Canarie nel dicembre 2005. Una tragedia concentrata soprattutto sulle rotte da Senegal, Mauritania, Marocco e Algeria verso la Spagna (1.272 morti di cui 281 dispersi); dalla Libia e dalla Tunisia verso Malta e la Sicilia (1.815 morti di cui 1.088 dispersi); dalla Turchia alla Grecia (392 morti di cui 159 dispersi). Nascosti nei tir sono morte in incidenti o per soffocamento 230 persone. Si muore anche attraversando il Sahara (almeno 146 le vittime del deserto) e la Libia. Molte le testimonianze di abusi quotidiani e gravi violenze ai danni dei migranti nel Paese di Qaddafi, nelle carceri come per strada. In fine, 34 persone sono morte assiderate lungo i valichi di frontiera, 51 annegate attraversando fiumi di confine e 88 ammazzati dalle mine nei campi di Evros, al confine tra Grecia e Turchia