02 October 2008

Gli scafisti? Non sempre contrabbandieri, ma anche potenziali rifugiati

Le grate alle finestre del piano superiore del Cara di CassibileCASSIBILE – Guidano le barche degli immigrati nel Canale di Sicilia. E sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Non sempre però al timone dei gommoni e dei vecchi pescherecci intercettati al largo delle coste italiane siedono contrabbandieri. A volte sono essi stessi migranti. Che per risparmiare sul costo del biglietto si offrono volontari al timone. Altre volte sono viaggi organizzati da gruppi che si dividono la spesa del gommone e del motore. Altre volte ci si dà il cambio per tutta la durata della traversata. È successo anche a Koulibali, ospite del centro di accoglienza di Cassibile. Viene dalla Costa d'Avorio. È sbarcato lo scorso 12 settembre. Dei sei giorni trascorsi in mare porta ancora le ustioni del sole su tutto il corpo. In Libia hanno pagato 700 dollari. Erano in 29, su un unico gommone zodiac. Sono partiti da Tripoli. Con una bussola e qualche consiglio sulla rotta da seguire. Dopo tre giorni la benzina è finita. A bordo non avevano acqua. Li hanno soccorsi dei pescatori italiani, poi è arrivata la Guardia costiera. A bordo dello stesso gommone c'era anche Mohammed, maliano. Anche lui conferma la versione. “Ci alternavamo al timone, nessuno sapeva esattamente dove andare”.


Sono molti i casi di potenziali rifugiati politici che vengono arrestati con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il 12 agosto 2008 finirono in manette quattro somali Ibrahim Mahmus Abdilassis, 18 anni, Attu Mahmud Mahmud, 26 anni, Mahmud Gaasy Abukar, 25 anni e Hamed Hersi Alì, 35 anni, a bordo di un'imbarcazione oltretutto senza motore, intercettata lungo il litorale tra le località Ognina e Fontane Bianche. E il 13 settembre furono arrestati Abdel Raman Abdullah, di 24 anni, sudanese e Abdullai Edin Abdelshakur, 19 anni, somalo, per uno sbarco di 73 persone a Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano. Una situazione che per certi versi ricorda quella delle isole Canarie, in Spagna, dove a luglio 90 cittadini africani accusati di essere scafisti hanno protestato con uno sciopero della fame.

Una delle stanze delle donne nel Cara di CassibileAl centro di Cassibile c'è anche la moglie di un presunto scafista. La incontro al piano di sopra della sezione femminile. Le camere sono claustrofobiche. Sedici letti a castello, a 30 centimetri l'uno dall'altro, in una stanza di circa 50 metri quadrati. Si chiama Promise, viene dalla Nigeria. Il marito, ghanese, l'ha conosciuto in Libia. Sono sbarcati a Siracusa sullo stesso gommone, un mese fa. Lui è stato arrestato insieme a un altro ragazzo di cui lei ignora la nazionalità. Non lo ha più sentito da allora. Nessuno degli assistenti sociali impiegati nel centro dalla Alma Mater si è infatti preso la briga di fare una ricerca nelle vicine case circondariali di Cavadonna e Ragusa.