02 October 2008

Cassibile: 5 settimane per presentare una domanda d'asilo

Donne eritree nel cortile del Cara di Cassibile. Finché non depositano la domanda d'asilo non possono uscire dal centroCASSIBILE – Letekidan ha 26 anni. Quattro mesi fa ha abbandonato l'esercito eritreo ed è fuggita. “In Eritrea avevo tutto ma mi mancava la libertà”. Il primo paese sicuro che ha trovato sulla sua rotta, dopo il deserto e il mare, è stato l'Italia. È sbarcata in Sicilia il 26 agosto 2008. Da allora è trattenuta nel centro di accoglienza Giovanni Paolo II di Cassibile. Dall'Italia si aspettava qualcosa di diverso. “Credevo di trovare la libertà e invece sono di nuovo prigioniera”. Prigioniera di un sistema inefficace e irrazionale. Gli sbarchi sono raddoppiati in un anno e sono aumentate le richieste d'asilo. Ma il numero dei funzionari dell'ufficio immigrazione impiegati al centro di Cassibile sono sempre gli stessi: tre. E la macchina si è intasata.


La legge autorizza i richiedenti asilo ad uscire liberamente dai centri di accoglienza dalle 8:00 alle 22:00. Ma la lentezza della burocrazia fa sì che Letekidan non sia ancora una richiedente asilo. Per il semplice fatto che la sua pratica non è ancora stata registrata. I lunghi tempi di attesa a Cassibile non sono una novità. E l’ufficio immigrazione non è l’unico soggetto sovraccarico di lavoro. La stessa Commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato, che ha sede presso la prefettura di Siracusa, opera anche al Cara di Caltanissetta, che a pieno regime ospita 550 richiedenti asilo.

Già in passato ci furono proteste. Il 23 gennaio del 2008, un centinaio di eritrei bloccarono i cancelli del centro per un’ora, ritardando così il cambio turno degli operatori dell’Alma Mater. Chiedevano tempi più rapidi per la Commissione. Cinque di loro furono arrestati e processati per direttissima con l’accusa di sequestro di persona. Ma quando si tratta di espulsioni i tempi sono rapidissimi. I 90 egiziani sbarcati a Siracusa la settimana scorsa ad esempio, sono stati rimpatriati nel giro di due giorni. E la precedenza data ai rimpatri ha bloccato per una settimana la raccolta delle domande d’asilo. Perchè il personale impiegato è lo stesso.