Questa è una sentenza contro tutti. Che in prospettiva rischia di mettere a tacere buona parte dei blog di questo paese. Compreso Fortress Europe. Lo scorso 2 maggio infatti la prima sezione della Corte d'appello di Catania ha condannato in secondo grado per "stampa clandestina" il giornalista e blogger Carlo Ruta (nella foto), noto in tutta la Sicilia per la sua attività di documentazione e ricerca sulla mafia. Ricerche che in passato l'avevano portato a occuparsi della mafia della Sicilia orientale e dei poteri forti del ragusano. Un'inchiesta che come al solito faceva nomi e cognomi. Tra cui quello di un certo Agostino Fera, ormai ex procuratore della Repubblica rimasto 41 anni consecutivi in servizio presso il Tribunale di Ragusa. Fera quelle accuse non le digerì mai, e denunciò Carlo Ruta nel dicembre 2004, sostenendo che il suo blog (www.accadeinsicilia.net, ormai illeggibile perché oscurato) fosse una testata clandestina, in base alle norme previste da una legge del 1948. Una legge che quando serve viene ancora applicata, anche 63 anni dopo la sua approvazione, anche nell'epoca digitale. Ruta ha annunciato ricorso in Cassazione. E noi lo sosteniamo e gli esprimiamo la nostra solidarietà. Sappiano i Fera e i tanti altri che vorrebbero mettere il bavaglio alla rete, che la rete è incontrollabile. Siamo troppi. Spento un sito se ne accende un altro nel giro di un minuto. Chiuso un account se ne aprono milioni. Le rivoluzioni in nord Africa dovrebbero avere insegnato qualcosa anche ai nostri ottuagenari gerontocrati. Oppure no?