01 October 2009

Sanatoria: su 96 detenuti al Cie di Crotone, solo 6 hanno potuto fare domanda

CROTONE - “La sanatoria è stata fatta per i clandestini e noi siamo clandestini. Ma come facciamo a trovare un datore di lavoro se siamo chiusi qua dentro?” Hasan parla a nome di tutti, in un ottimo italiano. Al centro di identificazione e espulsione di Crotone sono in molti a porsi la stessa domanda. Mohamed è uno di loro. Aspettava la sanatoria dal 2005. Un controllo di documenti nel periodo sbagliato dell’anno ed è finito dietro le sbarre. “Fuori si regolarizzano ma noi non possiamo, è un’ingiustizia. Dopo tanti anni di sacrifici, a una persona, così è come se l’ammazzi”. Ma ormai è troppo tardi per parlare. I termini per la sanatoria di colf e badanti sono scaduti ieri, trenta settembre. Oltre 294.000 persone hanno fatto domanda. Dei 96 presenti al Cie di Crotone invece sono riusciti soltanto in sei a presentare la richiesta. “I datori di lavoro da fuori non si fidano – dice Hasan – gli dici che sei al centro e pensano che sia un carcere”. Il problema vero però è che rinchiusi dentro il cie è impossibile trovare un datore di lavoro. Anche per chi in Italia ci vive da 20 anni.



Hicham è rinchiuso dentro il centro di identificazione e espulsione di Crotone da 70 giorni. Dal 24 luglio scorso, quando la polizia lo ha fermato per strada, a Reggio Calabria, durante un banale controllo dei documenti. Ha 47 anni, compiuti lo scorso 2 settembre dietro le sbarre del Cie. Ha passato in Italia metà della sua vita: 21 anni per l’esattezza. Nel nostro paese è arrivato nel lontano 1988. All’epoca dal Marocco non era difficile ottenere un visto turistico. Il permesso di soggiorno gli è scaduto quattro anni fa, nel 2005. Motivo? Non riuscì a trovare un datore di lavoro disposto a metterlo in regola per rinnovare il permesso di soggiorno. Non ha precedenti penali. Anche lui avrebbe voluto partecipare alla sanatoria delle badanti. La sua convivente italiana, a Reggio Calabria ha anche provato a cercare dei datori di lavoro disponibili, ma inutilmente.

Anche Fitthaman vive da una vita nel nostro paese. E qui vive tutta la sua famiglia: la moglie, una figlia di sedici anni e un figlio di undici. Vivono a Reggio Calabria. Quest’anno hanno iniziato la scuola senza il padre. Si sentono solo per telefono. Loro non hanno problemi con i documenti. Perché la moglie lavora e ha il suo permesso di soggiorno. Fitthaman invece, che in Italia vive dal 1990, il permesso di soggiorno l’ha perso nel 2004, per il solito motivo. Niente contratto di lavoro, niente rinnovo del permesso di soggiorno. Un lavoro però lui ce l’aveva, allora come adesso. Lavora al mercato ortofrutticolo di Reggio Calabria. Carico e scarico, ovviamente in nero. Si era regolarizzato con una delle prime sanatorie fatte in Italia. La sanatoria Dini, nel 1995. Lui dentro il Cie di Crotone ci sta dal 17 luglio. Sono 75 giorni. Nemmeno lui ha precedenti penali. E nemmeno lui ha potuto approfittare della sanatoria, chiuso qua dentro.

Mohamed invece fece la sanatoria del 1993, la Martelli. Partito anche lui dal Marocco, arrivò in Europa con un visto turistico, nel 1992, in Belgio. E dal Belgio scese in Italia. Il permesso di soggiorno gli è scaduto nel 2004, per un infortunio sul lavoro. All’epoca lavorava come bracciante nelle campagne molisane, a Termoli. Mentre scaricavano un camion, cascò malamente per terra procurandosi un brutto trauma cranico. La degenza fu lunga, e non potendo lavorare, decise di tornare dalla moglie e dai tre bambini in Marocco, prima di consumare i pochi risparmi rimasti. Quando si riprese e decise di rientrare in Italia, il permesso di soggiorno era già scaduto. Così decise di fare la rotta pericolosa. Quella del mare. E volò in Libia per imbarcarsi. A Lampedusa sbarcò nell’estate del 2008, un anno fa. Da allora ha lavorato saltuariamente come bracciante, in nero, tra la Calabria e le campagne salernitane di San Nicola Varco. Dopo un anno di sacrifici, finalmente era arrivata la sanatoria, come nel 1993. Stava già cercando un datore di lavoro. Poi invece è sfumato tutto, 97 giorni fa, il 25 giugno 2009. È successo a Caserta. Un controllo dei documenti e l’hanno portato al Cie di Crotone.