05 August 2008

Investire di più nello Sprar: la richiesta delle associazioni

No cpt, scritto a spray su un muro di fronte all'ingresso del Sant'AnnaCROTONE – Proporre la richiesta di radicamento della competenza dello Stato Italiano sui casi Dublino presenti sul territorio ormai da diversi mesi, e sollecitare la Commissione Nazionale a dare indicazioni affinché le Commissioni Territoriali competenti garantiscano misure di protezione a tutti i richiedenti asilo afgani presenti in Italia in quanto non esistono aree di questo Paese che possano essere ritenute sicure. Queste le richieste del Coordinamento Baobab, dopo la visita, con le senatrici Mazzucconi e Bianchi, del centro di accoglienza Sant'Anna a Crotone e del centro di identificazione e espulsione di Lamezia Terme, lo scorso 18 luglio.


Il coordinamento Baobab, nato nel 2005, riunisce associazioni della provincia di Cosenza che si occupano delle problematiche riguardanti il mondo dei migranti (Azione Cattolica, Comunità di Sant’Egidio, Suore di Maria Bambina, Movimento Giovanile Missionario, Kasbah, InformaImmigrati, comunità rumena, filippina, albanese e brasiliana). Le associazioni cosentine, oltre alle critiche, propongono un maggiore investimento nelle strutture di seconda accoglienza del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). “Le strutture Sprar – sostiene il coordinamento Baobab -, a differenza delle strutture di detenzione, avviano percorsi di accoglienza volti ad un pieno inserimento socio-economico delle persone”. E costano di meno. Accogliere un richiedente asilo in strutture di seconda accoglienza costa, secondo Baobab - in media il 60% in meno che trattenere uno straniero all’interno di strutture di carattere detentivo o semi detentivo. Tuttavia la capacità ricettiva dello Sprar è troppo esigua rispetto alle reali esigenze. A fronte delle 14.050 richieste di asilo presentate nel 2007 infatti, i posti disponibili sono solamente 3.000.

Gabriele Del Grande, pubblicato il 5/8/08 da Redattore Sociale