25 September 2011

Cie galleggianti

video di Enrico Montalbano

Dopo le tendopoli, le navi. La fantasia del ministero dell'interno in termini di repressione e detenzione illegale non sembra conoscere limiti. Oggi vi mostriamo le immagini che Enrico Montalbano ha registrato davanti al porto di Palermo. Si vede una delle navi della Moby. Guardatela bene perché molti di voi la riconosceranno. Personalmente l'ho presa due volte per andare all'isola d'Elba. Oggi è una prigione. Usata - pensate al paradosso - per detenere dei viaggiatori. Da tre giorni è utilizzata come centro di identificazione e espulsione. In modo assolutamente illegale. Dentro vi sono rinchiuse centinaia di ragazzi. Privati della libertà da settimane, senza convalida del giudice, dunque in modo totalmente illegale e anticostituzionale per di più. Sono accusati di aver bruciato la frontiera, ovvero di aver viaggiato senza un passaporto. Sono circa 600 persone. Gli stessi che lo scorso 21 settembre hanno incendiato il centro d'accoglienza di Lampedusa per protesta. A loro si sono aggiunti nelle ultime ore i 98 tunisini che erano sbarcati a Linosa e i 75 che due giorni fa erano stati dirottati a Porto Empedocle, Agrigento, anziché essere sbarcati a Lampedusa. Alcuni di loro sono feriti perché durante il trasferimento hanno rotto i vetri dell'autobus per tagliarsi le vene per protestare contro il rimpatrio. Perché il destino sembra proprio quello. Il Viminale ha annunciato che soltanto nell'ultima settimana sono stati rimpatriati 604 tunisini. Si tratta del nuovo accordo col governo transitorio di Tunisi. Due voli al giorno per 100 persone. L'ultimo è partito ieri mattina dall'aeroporto di Palermo. Un 747 della Dubrovnik Air. A questo ritmo nel giro di una decina di giorni potrebbero essere tutti espulsi senza avere avuto la possibilità di nominare un avvocato né di vedere un giudice di pace. Dunque in un completo e efficiente stato di polizia. A rovinare i piani del ministero potrebbero essere soltanto eclatanti proteste o prevedibili tentativi di fuga. Ma proprio per ridurre al minimo i rischi di un'ennesima rivolta dopo il rogo di Lampedusa, il Viminale ha dato l'ordine di iniziare a smistare i reclusi nei vari Cie d'Italia in piccoli gruppi.

I primi trasferimenti sono iniziati ieri. La nave Moby Vincent ha lasciato il porto di Palermo ed è attraccata a Cagliari, dove i 221 reclusi sono stati portati al centro di accoglienza di Elmas, che di fatto funziona come centro di detenzione, anche questo illegale. Altri due aerei invece sono partiti da Palermo in direzione di Brindisi e Roma. I tunisini che si trovavano a bordo dei voli saranno smistati tra il Cie di Ponte Galeria a Roma e i Cie pugliesi di Bari e Brindisi, dove pochi giorni fa si è registrata una maxi evasione con più di 60 reclusi che sono riusciti a tornare in libertà scappando per l'appunto dal Cie brindisino di Restinco. Sulle due navi CIE rimaste al porto di Palermo si trovano in questo momento 340 detenuti