25 May 2011

Harraguantanamo


Uno straordinario racconto fotografico del viaggio a Lampedusa e della detenzione al campo di Chinisia, in 70 immagini scattate da un harraga tunisino, Ilyess, e montate da una giornalista modenese, Giulia, che qui ci spiega come è nato questo lavoro.

di Giulia Bondi 

"Incontro Ilyess il 2 aprile al porto di Lampedusa. Io sono lì per un reportage. Lui è arrivato da pochi giorni come harraga, il suo obiettivo è raggiungere il fratello a Parigi. A differenza degli altri, che si accalcano nella fila per il pasto, Ilyess sta in disparte, sulla collina. Preferisce aspettare la sera e mangiare i panini che distribuiscono al parchetto Anna e Maurizio – due dei tanti lampedusani che si prodigano per aiutare le migliaia di tunisini presenti sull’isola . Con Anna, un’infermiera in pensione è nata una vera amicizia: oltre ai vestiti puliti, a uno zainetto e una carta dell’Italia, lei gli ha regalato perfino una vecchia scheda del cellulare Tim e ora Ilyess ha anche un numero di telefono italiano, che subito ci scambiamo.

Rivedo Ilyess 24 ore dopo, a Cala Pisana, dove partono le navi che portano i ragazzi nelle tendopoli sul continente. Lo intravedo di nuovo, ma non riesco a parlargli, dopo altre 48 ore, dietro le inferriate della tendopoli di Trapani, quella che lui chiama “la sua Guantanamo”.

Nei suoi 13 giorni nella tendopoli, Ilyess scatta fotografie e mi manda aggiornamenti quotidiani via sms, rivelandosi una fonte attendibile: una rivolta con tentata fuga raccontata da Ilyess, e inizialmente negata dalle forze dell’ordine, viene in seguito confermata dagli operatori della cooperativa che gestisce il campo e infine, di fronte all’evidenza, ammessa anche dalle fonti ufficiali della Polizia.

Finalmente, il 17 aprile, i permessi temporanei sono pronti e Ilyess raggiunge prima Messina, poi Roma e infine Modena, dove lo ospiterò una sera prima che riparta per Parigi. Nella sua tappa modenese, Ilyess mi lascia le fotografie scattate con il cellulare che poi, intervallate dai suoi stessi messaggi, saranno montate in Harraguantanamo."

Immagini: Ilyess ben Chouikha
Montaggio: Giulia Bondi
Musica: Caldero Roots, Paiheux
Thanks to: Luigi Ottani