20 May 2009

Si finse immigrato a Lampedusa. Rinviato a giudizio Fabrizio Gatti

AGRIGENTO, 20 maggio 2009 - In un paese privato del diritto di cronaca, quando i centri di accoglienza degli immigrati erano vietati alla stampa, Fabrizio Gatti si travestì da immigrato per denunciare che cosa vi accadesse. Era il luglio del 2005. L'inviato dell'Espresso si tuffò in mare da uno scoglio dell'isola e dopo alcune ore iniziò a chiedere aiuto fingendosi un naufrago kurdo iracheno. Uno stratagemma che gli consentì di rimanere otto giorni dentro il centro. E di denunciare le indegne condizioni a cui erano sottoposti i trattenuti. Fingersi kurdo era l'unico modo per entrare. E per denunciare. Ma proprio per aver fornito false generalità, adesso è stato rinviato a giudizio. Gatti comparirà davanti al giudice monocratico del tribunale di Agrigento il prossimo primo luglio. E c'è da aspettarsi una condanna. Dopotutto non sarebbe la prima volta.

Nel maggio del 2004, Gatti venne condannato a 20 giorni di reclusione per "falsa dichiarazione d'identità". Quattro anni prima, il 17 gennaio del 2000, il giornalista - che all'epoca scriveva per il Corriere della Sera, si era finto un immigrato rumeno senza documenti per entrare nel centro di permanenza temporanea (cpt) di Via Corelli, a Milano.

In un paese dove a essere condannati sono i giornalisti che fanno il proprio mestiere, c'è davvero di che preoccuparsi. Per questo, oltre ad esprimere la nostra solidarietà a Fabrizio, vi invitiamo a rileggere le due inchieste in questione, su Lampedusa e via Corelli. Ecco i link

Io, clandestino a Lampedusa, L'Espresso, 7 ottobre 2005
Io, clandestino per un giorno rinchiuso nel centro di via Corelli, Corriere della Sera, 19 gennaio 2000