OUAGADOUGOU, 09 marzo 2009 – Sono almeno 31 le vittime censite lungo la frontiera sud dell'Unione europea nel mese di febbraio dall'osservatorio Fortress Europe. Tragico il bilancio delle isole Canarie, in Spagna, dove continuano a sbarcare sempre più minori non accompagnati come risultato delle politiche di riammissione. Lo scorso 16 febbraio una barca di migranti si è rovesciata in mare, a soli 20 metri dalla costa di Teguise, sull'isola canaria di Lanzarote. Dopo alcuni giorni di ricerche, sono stati recuperati 25 cadaveri. Un uomo è ancora disperso. Tra le vittime si contano anche 4 neonati, 4 bambini tra 8 e 11 anni e 2 donne. Una era incinta all'ottavo mese. Due settimane prima erano stati trovati tre morti di stenti a bordo di una imbarcazione giunta all'isola di Gran Canaria. Stessa scena il 21 febbraio, stavolta in Andalucia, al largo di Motril, dove su una barca è stato trovato un uomo senza vita in mezzo ai passeggeri.
Tragiche notizie arrivano anche dall'Algeria. Secondo cifre ufficiali recentemente rilasciate dal governo, dal 2005 sarebbero morti almeno 261 algerini nella traversata del Mediterraneo. In particolare: 29 nel 2005, 73 nel 2006, 61 nel 2007 e 98 nel 2008. Un dato in continuo aumento. Senza tenere conto del numero di dispersi. Destinato a rimanere sconosciuto.
Scrive l'autore algerino Mohammed Moulessehoul - più conosciuto con il suo pseudonimo femminile Yasmina Khadra, con il quale ha pubblicato i suoi libri negli anni della guerra civile - “Ogni cervello in esilo è un assassinio per la nazione”. Durissime parole comparse sul quotidiano “Le quotidien d'Oran”, in una lettera aperta al primo ministro, dello scorso 19 gennaio 2009: “L'Algeria è un paradiso i cui sogni sono altrove, il che spinge spinge migliaia di adolescenti a saltare in barche di fortuna per andarli a cercare, affrontando naufragi mortali e insolazioni irreversibili. Nessuna nazione può avanzare senza miti e nessuna gioventù si può rafforzare senza i suoi idoli. Che cosa abbiamo fatto dei nostri miti e quali sono diventati i nostri idoli in questa nevrotica ricerca di sospetti arricchimenti, che hanno fatto dei nostri sindaci, dei nostri governatori, dei nostri deputati e dei nostri senatori dei costruttori di disillusioni? Il miracolo esiste. Basterebbe crederci”.
Ma la fortezza Europa miete vittime anche dentro i suoi confini.
A Calais, in Francia, punto di transito dei migranti destinati a imbarcarsi clandestinamente nei camion diretti in Inghilterra, l'ultima vittima è una neonata di pochi giorni. Figlia di una coppia kurda della baraccopoli lungo l'A16, a Dunkerque. Era nata prematura sulla via dell'esilio. Il suo viaggio è durato poche ore.