15 October 2009

Grecia: nuovo rapporto di Hrw. Giovane pakistano ucciso dalla polizia

foto Giorgos MoutafisATENE - Ancora un duro atto d’accusa contro la Grecia. Human Rights Watch chiede al nuovo governo socialista di Giorgio Papandreou di porre fine alla “detenzione abusiva e alle espulsioni sommarie di immigrati” verso la Turchia, “inclusi bambini non accompagnati”. E invita l'Unione Europea ad esercitare pressioni su Atene. Anziché continuare a respingere i richiedenti asilo verso la Grecia. Vuoi per la convenzione di Dublino, che obbliga chi chiede asilo a farlo nel primo Stato Ue che incontra, anche se è la Grecia, dove l'asilo è riconosciuto allo 0,3% di chi lo chiede, contro il 50% dell'Italia. Vuoi perché anche nell'Adriatico, come nel Canale di Sicilia, vige un accordo di respingimento tra Italia e Grecia. E allora leggere le storie raccolte da Hrw è molto interessante perché aiuta a capire in quale paese l'Italia respinge i rifugiati e molto spesso minori non accompagnati che ogni giorno trova nascosti nei camion che sbarcano dai traghetti di linea a Venezia, Bari, Brindisi e Ancona.

Le prove degli abusi sono contenute in 16 interviste condotte tra agosto e settembre del 2009 nelle isole di Samos, Symi e Chios e nei porti di Patrasso e Igoumenitsa e raccolte nel nuovo rapporto di Hrw, "Greece: Unsafe and Unwelcoming Shores". Gravi accuse che arrivano a pochi giorni dalla denuncia della morte di un giovane pakistano, Mohammad Atif Kamran, deceduto in una stazione di polizia di Atene lo scorso 26 settembre, dopo essere stato picchiato selvaggiamente da alcuni agenti e sottoposto a scariche elettriche. Una morte sospetta, che sembra rappresentare l'apice di una lotta all'immigrazione sempre più dura, che pochi mesi fa aveva visto lo sgombero e la distruzione del campo di Patrasso, dove trovavano rifugio centinaia di ragazzi afgani in attesa di attraversare l'Adriatico verso l'Italia e da lì verso Calais e l'Inghilterra.

Un ragazzo afgano di soli 17 anni ha raccontato a Hrw di essere stato arrestato sull’isola di Symi, dopo aver attraversato il mar Egeo dalla Turchia, e di essere stato trasferito al campo di detenzione di Fylakio, da dove è stato espulso in Turchia con un gruppo di altre 11 persone. Racconta: “Eravamo su una barca, un poliziotto guidava e quando siamo arrivati dall’altra parte del fiume ci ha detto di scendere di corsa, poi è arrivata la polizia turca”. Il fiume è l’Evros, che segna la frontiera terrestre tra Grecia e Turchia. Le espulsioni di massa sono prassi da anni in Grecia. E da qualche tempo pure dalla Turchia. Come è successo a questo ragazzo adolescente, che dopo 12 giorni di detenzione in Turchia è stato deportato in Afghanistan. Un paese dilaniato dalla guerra. Dove però i caduti si piangono soltanto quando il sangue è italiano.

Ricordiamo che ogni anno l'Italia respinge migliaia di richiedenti asilo dai porti dell'Adriatico verso la Grecia. E per questo è stata denunciata presso la Corte Europea dei diritti dell'uomo da 35 richiedenti asilo respinti più volte a Patrasso. Tra loro ci sono anche minori, come avevamo raccontato con la storia di Jumaa. Scaricate e diffondete.

Scarica il rapporto "Greece: Unsafe and Unwelcoming Shores"
Guarda il video "No Refuge: Migrants in Greece"
Guarda il video "Patrasso: che fine fanno gli afgani respinti da Ancona?"
Leggi anche "Sangue a Igoumenitsa, muore kurdo pestato dalla polizia greca"