22 September 2009

Reato di clandestinità: dubbi di incostituzionalità per i pm di Torino, Bologna e Agrigento

TORINO - Una questione di costituzionalità della norma sul reato di clandestinità è stata sollevata oggi davanti al giudice di pace di Torino nell'ambito di un procedimento che riguarda un egiziano, da due anni in Italia, che lavora come giardiniere. L'uomo, regolarmente sposato e padre di una bimba di 9 mesi, è stato denunciato in base dalla nuova legge dopo essersi presentato nei competenti uffici di polizia per ottenere, come gli era stato consigliato da alcuni operatori sociali, il permesso di soggiorno. Il procuratore capo Giancarlo Caselli spiega, poi, che la non manifesta infondatezza è stata ritenuta sulla base di una serie di argomenti che evidenziano la possibilità di violazione di alcuni articoli della Costituzione, in particolare il principio di uguaglianza (art. 3), la violazione dei diritti fondamentali dell'essere umano (art. 2) e il principio di legalità sotto il profilo della punibilità di condotte materiali ascrivibili alla volontà di un soggetto (art. 25).

Stessa posizione della magistratura a Agrigento. La Procura di Agrigento ha chiesto la trasmissione degli atti di un processo per immigrazione clandestina alla Corte costituzionale sollevando la legittimità del reato di clandestinità. L'atto è stato depositato dal procuratore capo Renato Di Natale, dall'aggiunto Ignazio Fonzo, e dal vice procuratore onorario Francesco Battaglia, al processo a carico di 21 migranti sbarcati nella Sicilia meridionale che si celebra davanti al giudice di pace di Agrigento.

La settimana scorsa invece era stato il pm Massimiliano Serpi della Procura di Bologna a sollevare l'eccezione di costituzionalità dinanzi al giudice Mario Luigi Cocco, che si è riservato di pronunciarsi rinviando l'udienza al 21 ottobre, per verificare se nell'istanza del pm ci sono rilievi di fondata incostituzionalità e quindi trasmetterla alla Corte costituzionale.

Nel caso in cui il dubbio di incostituzionalità della norma fosse approvato dal giudice, tutti procedimenti per il reato di clandestinità sarebbero “congelati” in attesa dell'esame della Consulta.